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La NUOVOfobia: la paura delle cose solo perché sono nuove

Quando i media usano verbi impersonali (1) lo fanno per sostenere che quanto affermano è condiviso da tutti: ma perchè hanno bisogno di sostenerlo ? In genere, o almeno per quello che ci interessa qui, il motivo è che l’affermazione si basa sul nulla; a parte i casi in cui il fatto è ad esempio un evento atmosferico (2), il verbo o il modo impersonale è un tentativo di rinforzare un’affermazione, e se chi la fa ha bisogno di rinforzarla dimostra lui stesso (non serve chiederglielo) che non è convinto di quanto dice.

Tutta questa filippica per mostrare, per osservare (senza inferire) il fatto socializzato del momento: vediamo titoloni di media e tiggì del tipo “E’ allarme influenza”. Un campione è qui sotto [tutti prime pagine (!) di siti di quotidiani del 3/11] :

NUOVOFOBIA-x

 

Come dicevamo tutte quelle affermazioni si – dati alla mano – si basano sul nulla; è la paura della nuova influenza, è la paura del nuovo. Lo stesso Ministro della salute Fazio ha ricordato che lo scorso anno l’influenza conosciuta fece 8.000 morti (3); noi continuamo a ricordare che il fumo ne fa 241 al giorno. Mettere quelle cose in prima pagina (“un morto”, “totale 18 morti”) , con foto ansiogene, sottolineando mille volte dei dubbi dimenticandosi di certezze molto più gravi, tutto questo è una forma di patologia della comunicazione, una patologia sociale, in cui si perde molto del legame con la realtà, che è fatta anche di fumatori.

Questo giornalismo è autoreferenziale. La versione “dotta” di questo pensiero la scrisse lo scienziato che ha fatto la storia dell’epistemologia e della cibernetica, e che ha “inventato” il costruttivismo e parte del pensiero sistemico: Heinz von Foerster

“E’ evidente che la nostra società soffre nel suo complesso di una grave disfunzione. A livello individuale tale disfunzione viene dolorosamente vissuta come apatia, sfiducia, violenza, distacco, impotenza, alienazione e così via. Io la chiamo «crisi partecipativa» poichè esclude l’individuo dalla partecipazione al processo sociale. La società si trasforma in «sistema», estabilishment, e così via, una specie di orco kafkiano spersonalizzato e dotato di volontà propria.
Non è difficile capire che la causa fondamentale di questa disfunzione è l’assenza di un input adeguato, tale che l’individuo possa interagire con la società. I cosiddetti «canali di comunicazione», i «mass media», funzionano in un senso solo: essi parlano, ma nessuno può loro rispondere. Manca l’anello di feedback, e di conseguenza il sistema non può più essere controllato.(Heinz von Foerster, “Sistemi che osservano”, Astrolabio, ed.orig 1981)

A questi media manca il feedback dalla realtà, ad esempio dal calcolo delle decine di migliaia di tabagisti che soffrono ogni giorno, che sono dipendenti dalla nicotina, eccetera.

(1) Es. “Si teme che …”,”Ormai è (sostantivo) …” , “C’è l’allarme (aggettivo/sostantivo)…”; anche senza verbo “Allarme yyyyyyyy….”

(2) “.. ha piovuto”, “… è freddo, è inverno …”

(3) Abbiamo il sospetto che molti siano morti perchè già messi male a causa del tabagismo.

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